Perché un Blog

Perché un Blog?

Questo blog nasce dall'esigenza di condividere tutto il lavoro svolto dagli agenti della Polizia Municipale di Parma, a servizio della cittadinanza. Non solo sanzioni, come emerge dai comunicati stampa ufficiali dell'Ente, ma anche servizi di prevenzione e repressione del crimine, attraverso azioni mirate e attraverso la costante attività di polizia di prossimità.

Nasce anche quale canale alternativo di comunicazione con i cittadini che vogliono sapere veramente cos'è il lavoro della Polizia Municipale al giorno d'oggi.


martedì 30 settembre 2014

Dialogo


Oggi vogliamo parlare del dialogo.
Spesso abbiamo sentito tale parola pronunciata dal nostro Sindaco per respingere al mittente le critiche avanzate dai sindacati dei lavoratori del Comune di Parma.
Considerando, però, tutte le volte che il Sindaco ha declinato gli inviti di questa Organizzazione Sindacale, volti ad avviare un dialogo costruttivo, e, considerando, altresì, che la parola dialogo veicola una connotazione di collaborazione e rispetto reciproci (dal greco Dià "attraverso, in mezzo" e  Logos "discorso"), sorge un fondato dubbio sulla conoscenza del significato intrinseco della parola, o, più verosimilmente, le intenzioni sono diverse dai proclami; sarà un dialogo platonico quello auspicato!?
La totale assenza del tanto decantato dialogo, bisogna sapere, sta alla base della nascita di questo Blog.  
Infatti, dopo i pesanti tagli al salario accessorio, ad opera dell'attuale Amministrazione, che negli ultimi due anni il personale della Polizia Municipale, assieme a tutti gli altri dipendenti comunali, hanno subito; dopo le continue perdite, in termini di tutele assicurative, legali, e, soprattutto, dopo le perdite di valorizzazione del lavoro; oggi, (proprio perché questa Amministrazione è votata al dialogo!?), unilateralmente, si, avete letto bene, ma lo ribadiamo, unilateralmente ha privato - stando alla Delibera di Giunta n. GC-2014-283 - di un ulteriore diritto, ormai l'ultimo purtroppo, gli appartenenti al Corpo di Polizia Municipale, privandoli, appunto, della riduzione oraria da 36 a 35 ore settimanali, facendo venir meno, così, la possibilità di usufruire di quelle 4/5 giornate di riposo all'anno che tanto tornavano utili, considerando che spesso, tra partite, manifestazioni, turni festivi, ecc., gli operatori si trovano a lavorare consecutivamente per 10 o più giorni. Cade così anche l'ultimo diritto dei lavoratori della Polizia Municipale, sotto il "fuoco amico" di quella che dovrebbe essere la nostra amministrazione. Ci premeva raccontarvi di questo, non tanto per la decisione in sé, quanto per le modalità. Ancora una volta il dialogo è, in fin dei conti, un monologo. Siamo consci che il periodo è difficile e siamo disposti a fare i nostri sacrifici, in accordo con l'amministrazione, per il bene di tutti: ma i sacrifici devono essere finalizzati a migliorare la vita di tutti i cittadini, non a pagare dirigenti a discapito dei dipendenti.

Non ci si vuole, oggi, addentrare nel tecnicismo della riduzione oraria, regolata dall'art. 22 del CCNL del 01/04/1999, ma appare utile riportare quanto disposto al primo comma: "Al personale adibito a regimi di orario articolato in più turni o secondo una programmazione plurisettimanale, ai sensi dell’art. 17, comma 4, lett. b) e c), del CCNL del 6.7.1995, finalizzati al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia delle attività istituzionali ed in particolare all'ampliamento dei servizi all'utenza, è applicata, a decorrere dalla data di entrata in vigore del contratto collettivo decentrato integrativo, una riduzione di orario fino a raggiungere le 35 ore medie settimanali. I maggiori oneri derivanti dall'applicazione del presente articolo devono essere fronteggiati con proporzionali riduzioni del lavoro straordinario, oppure con stabili modifiche degli assetti organizzativi".
Come notoriamente risulta, il Corpo di Polizia Municipale, soffre una grave carenza di organico, ma, nonostante ciò, ogni anno vede crescere, a seguito di stabili modifiche degli assetti organizzativi, sempre di più le proprie mansioni; basti pensare ai tantissimi nuovi servizi, ai controlli durante la c.d. Movida, ai controlli smaltimento rifiuti urbani, all Autodetector, ai presidi fissi in zone ad alto degrado, alla sorveglianza e viabilità scuola, fino all'anno scorso svolto dai volontari Auser, ecc.
Inoltre, negli ultimi anni, ma in maniera ancora maggiore nell'anno in corso, le ore effettuate in regime straordinario si sono, più che proporzionalmente, drasticamente ridotte.
Particolare non trascurabile, Parma, tra le città capoluogo di provincia, risulta, se non la sola, tra le pochissime a non riconoscere tale riduzione oraria alla propria P.M. e, comunque, sicuramente caso unico a rescindere tale accordo.
Se il Sig. Sindaco, avesse davvero dato modo ai lavoratori di poter dialogare con Lui, forse si sarebbe reso conto che lo scoramento, la delusione e la totale perdita di speranza di vedere i propri diritti rispettati, ormai pervadono ogni singolo lavoratore del Comune di Parma. Ma capiamo benissimo che possa difficilmente cogliere tali sofferenze, amministrando un Ente alle cui dipendenze vi sono persone che, nonostante le continue batoste, continuano a lavorare dando il massimo per rendere un servizio che fa di Parma una delle città più efficienti d'Italia.
Ma siccome siamo degli inguaribili ottimisti, confidiamo ancora in una possibilità di dialogo, per questo invitiamo, per l'ennesima volta, il Sig. Sindaco ad incontrare i lavoratori per spiegare le Sue ragioni e sentire quelle dei lavoratori, d'altronde, i lavoratori alle dipendenze della società partecipata Parma Infrastrutture li ha incontrati, infatti, per loro sono  stati destinati, per la produttività, 50.000,00 euro, proporzionalmente,  in media più alta di 8 volte quella destinata ai lavoratori del Comune di Parma.
Proprio perché crediamo fortemente nell'importanza del dialogo, reale, non platonico, nonostante l'ennesimo duro colpo inferto alla P.M., vogliamo credere che quanto deliberato nell'atto di indirizzo alla Delegazione Trattante possa essere ridiscusso.




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